
che vivono finché non restano corrotte
e un po’ di sabbia non rimane sulle loro ali,
non le abbatte. Nel corpo dorme un seme
adesso che non chiede nulla
ha un cuore appena, un suono dolce.
Esplodono detriti e vola la materia, si aprono valigie e vanno via le poche cose di una vita.
Rivedo Paolo e poi Viviana che attraversano
la strada, lei si tiene il ventre
come a proteggere il suo mondo,
lui la guarda e già conosce tutto:
sono felici vanno a controllare le partenze
gli ultimi dettagli con quella gioia che soltanto
poche volte accade, fragilissima impalpabile.
Esistono quegli attimi e molte volte solo quelli
in tutta un’esistenza, piccoli squarci in un cemento
sempre così profondo, sempre così grande.
I coniugi Zecchi sono morti assieme, si erano sposati da meno di un anno. Lei era in attesa del primo figlio.
da La stazione di Bologna di Matteo Fantuzzi
Illustrazione Collage digitale di Dina Carruozzo Nazzaro (Ritaglio 🖼H. Warburton su foto rivisitata di B. Merrill)