
le vite degli altri.
Cincischio anch’io
a testa in giù, dentro a tutti
i raccoglitori di abiti usati
e nei cestini dei rifiuti
tasto anch’io,
mi affaccio sullo scarto,
con perizia, riverisco
l’immondizia di questo mondo
e fanno male
tutti i colori, i calzettoni
dismessi, i cartoncini,
i mozziconi, l’unto sulla carta
dei grissini
di noi umani;
mi fa male
la zampa zoppa
dei cani
e il ludibrio dei baffi
tagliati ai gatti;
mi fanno
male le ali
impigliate alle reti
e ai fili spinati,
che male i topi;
mi fa male la bimba
sgridata per strada
alla mercé dell’umano
consorzio,
la viva e memoranda umiliazione mi fa male,
mi fa male l’ospedale
e un’ambulanza parcheggiata
per il fortuito fato
di un altro disgraziato;
mi fa male ogni vecchiezza, vecchiume
e che male che fa
l’ignara
giovinezza.
È una ferita la folla
e anche la mia
sanguina in cima
come un punto inutile
di altri malanni:
soffio via il luridume, il terriccio,
lascio che sgorghi sopra
acqua corrente a fiotti
di convincimenti:
tornare qui, nel piccolo,
nel respiro, metterci il sole
metterci che sono
viva e per un po’
guarire il male del mondo,
ma il mio no,
finché non viene una
e mi assomiglia
e le fa male la mia vita
e io sono l’altra, quella guarita.
Beatrice Zerbini
Illustrazione collage digitale Dina Carruozzo Nazzaro