
Scene terribili di antiche battaglie.
L’illuminazione esterna si proietta questa sera
sulla parete del soggiorno. Spengo la tv.
La mia testa è piena di lacrime
la mia uretra è piena di pipì
ma non mi alzo e non piango.
Rimango ad accarezzare con una mano
l’altra mano, un piede sull’altro,
le bruciature di sigaretta nell’oscurità,
i rami degli alberi spogli
si riflettono come lance sul muro
fino all’ultimo colpo,
non mi alzo.
Ho imparato da quando ero ragazzo
a dominare la mia pipì,
a non piangere davanti agli altri.
Voglio parlarti,
per spiegarti le scene
che guardiamo sul muro
minuto per minuto
per fare la ritrasmissione per te,
per calmare la tua agitazione
per placare i mostri
che sgorgando da ogni dove
hanno circondato la casa
per lenire, per guarire
la scena drammatica
che si ripete di nuovo
sulle quattro pareti della nostra casa.
Sono seduto qui
e provo a convincerti
che se piantassimo un ramo secco
nel nostro giardino tornerebbe
ad essere un albero,
dico, l’ombra di un albero
germoglierebbe
e sarebbe pieno di fiori,
da inviare ad altri
balconi, aliti profumati
e dolci respiri.
Cerco invano di convincerti.
Mi siedo qui con le mani
nelle mani,
visto che non mi dai la tua
in una mezzanotte così selvaggia
tu dormi e io lascio scorrere
le lacrime.
Continuo
a trattenermi la pipì.
da “Memorie di misconosciuta gloria” di
Sotirios Pastakas
(traduzione dal greco di Maria Allo)
illustrazione collage digitale
Dina Carruozzo Nazzaro AtelierD